AUTOTRASPORTO: I volti della crisi: il crollo dell’autotrasporto

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02/03/2013

In calo il traffico merci sulla rete autostradale dell’8,3% tra il 2011 e il 2012. In Liguria le imprese del settore calano del 3,54%. Per Grasso (Confartigianato Liguria): “Spia evidente del profondo malessere diffuso tra famiglie e imprese”

Il 2012 non è stato l’annus horribilis solo per manifattura e costruzioni. A subire un impatto pesante con la crisi nera dello scorso anno, anche sul trasporto merci.

Nel settore dell’autotrasporto, il calo delle imprese tra il 2011 e il 2012 è stato superiore in Liguria rispetto al resto d’Italia. Infatti, nella nostra regione, la diminuzione è stata del 3,54% contro la media nazionale del -2,93%. Analizzando i dati provinciali, alla Spezia il settore ha registrato un calo del 6,20%, Savona del 4,32%, Imperia del 4,62% e Genova del 2,53%. «Nel 2012 sulla nostra rete autostradale nazionale – spiega Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria – il traffico dei veicoli pesanti ha registrato un calo dell’8,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Si tratta del dato peggiore degli ultimi cinque anni, che denota quanto sia stata acuta la fase della crisi dello scorso anno. Il fatto che siano circolati meno camion e tir per il trasporto delle merci è la spia evidente del calo dei consumi da parte delle famiglie e delle imprese, quindi dello stato di malessere economico diffuso».

Facendo un passo indietro e guardando ai dati sul lungo periodo tra il 2007 e il 2010, l’andamento del trasporto merci su strada ha subito, a livello nazionale, un calo dell’1%. Fino al 2010 la Liguria ha registrato un trend positivo, con un picco tre anni fa del +4,5% di trasporto merci su gomma dalla nostra regione, pari a 35,1 milioni di tonnellate al km ogni 10 mila abitanti, dato in controtendenza con la media italiana (-1%).

Poi il crollo. «Come più volte abbiamo già rimarcato – commenta Grasso – la Liguria ha risentito della crisi in ritardo rispetto ad altre regioni, proprio per la natura stessa del proprio tessuto imprenditoriale, costituito da migliaia di piccole pertanto duttili aziende. Oggi paghiamo un conto più salato rispetto ad altri territori. È indispensabile tenere conto dei flussi delle merci nel periodo pre-crisi per valutare la reale necessità di nuove infrastrutture di cui, riteniamo, la Liguria a un forte bisogno in prospettiva di una ripresa economica che non ci colga impreparati e con gap ancora più incolmabili rispetto ad altre regioni o ai competitors esteri».

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