Boom dell’artigianato alimentare all’estero

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12/12/2015

Le esportazioni crescono dell’8,7% nel primo semestre del 2015 e toccano i 186 milioni di euro. Grasso (Confartigianato): «Qualità e manualità della produzione punti di forza del settore, sostenuto anche da una leggera ripresa dei consumi interni»   

 

L’alimentare made in Liguria piace sempre di più all’estero. Nel primo semestre dell’anno l’export vale 186 milioni di euro, in crescita dell’8,7% rispetto allo stesso periodo del 2014: trend superiore a quello medio nazionale (+7%). Lo dimostrano i dati Istat e Unioncamere diffusi dall’Ufficio studi Confartigianato: a fare la parte del leone sui 14,5 miliardi di esportazioni nazionali sono Lombardia e Veneto, rispettivamente con oltre 2,5 e 2,3 miliardi di euro di esportazioni alimentari, in aumento del 17,6% e del 16,3%.

Guardando il panorama provinciale, è Genova a esportare di più, con 101 milioni di euro in alimentari e bevande (+13,4%), seguita da Imperia (58 milioni, -2,2%), La Spezia e Savona, entrambe a 13 milioni di euro, con una variazione positiva rispettivamente del 25% e del 14%.

 

E proprio a trainare l’export alimentare italiano ci sono i dolci da ricorrenza che nei primi otto mesi del 2015 hanno venduto per 309 milioni di euro, con un incremento di oltre il 10% sul 2014: panettoni, dolci di panetteria e di pasticceria sono apprezzati soprattutto negli Stati Uniti, Germania, Austria e Spagna, che hanno registrato i maggiori incrementi a due cifre. «È soprattutto sotto le festività, in particolare quelle natalizie, che l’artigianato alimentare dimostra tutto il proprio potenziale – commenta Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato LiguriaNella nostra regione questa tradizione affonda le radici proprio nell’artigianato: la qualità e l’home made delle produzioni, apprezzate in Italia e all’estero, sono il punto di forza di questo settore, che ha dimostrato una certa tenuta. A sostenere l’artigianato alimentare nel 2015, anche una leggera ripresa dei consumi interni, risaliti per la prima volta dopo anni. E a maggior ragione in questo periodo, quando i consumatori italiani dimostrano di non voler rinunciare all’alimentare di qualità». Non a caso, sotto le feste natalizie, i consumi alimentari al dettaglio sono in media superiori del 21% rispetto alla media mensile dell’anno. In generale, i consumi interni, dopo nove anni di contrazioni, registrano una timida inversione di rotta nei primi 9 mesi del 2015, con un +0,5%.

 

Un settore, quello dell’alimentare, che in Liguria conta 3.120 micro e piccole imprese artigiane attive (il 3,4% del totale italiano, composto da quasi 91 mila realtà), il cui andamento è rimasto complessivamente invariato sul 2014. Si tratta per la maggior parte di pasticcerie, panifici e gelaterie (1.553, -0,5%), seguite dai servizi di ristorazione da asporto (1.086, +0,3%). La produzione di pasta conta 215 realtà (-3,2%), 54 piccole imprese sono attive nella produzione di oli e grassi vegetali e animali (-1,8%), 45 realtà nel settore del tè, caffè, cacao, spezie. 33 microimprese attive nella lavorazione e conservazione frutta, ortaggi e pesce(+3,1%), 26 tra distillerie, birrifici e produzione di altre bevande (-7,1%).

 

La fotografia provinciale vede ancora una volta Genova in testa per numero di microimprese attive: sono 1.574, in aumento dello 0,7%. Si tratta, per la maggior parte, di imprese attive nella produzione di pane, dolci e gelati (728, +0,6%), nei servizi di ristorazione da asporto (632, +1,1%) e nella produzione di pasta (120, -3,2%). Segue Savona, con 719 realtà, in calo dell’1,2%: qui prevalgono ancora panifici, pasticcerie e gelaterie (402, -1,7%), seguite dalla ristorazione da asporto (205, -3,3%). 46 i pastifici (-2,1%). Nello spezzino si contano 431 microimprese, invariate rispetto allo scorso anno. La maggioranza è composta da panifici e pasticcerie (232, -0,9%) e dalla ristorazione da asporto (140, +1,4%). Chiudono le piccole realtà imperiesi, in totale 396, in leggero calo rispetto al 2014 (-0,3%). Qui si contano 191 tra panifici, pasticcerie e gelaterie (-1,5%) e 109 piccole imprese attive nella ristorazione da asporto (+0,9%). 39 le realtà attive nella produzione di oli (-2,5%).

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Alimentazione