Genova traina l’export manifatturiero ligure

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28/10/2017

La curva delle esportazioni liguri torna a risalire e i settori ad alta concentrazione di micro imprese chiudono il primo semestre a +9,6%. Grasso (Confartigianato): «Ripresa positiva, ma non ancora omogenea in tutti i settori e province: proseguire la strada della valorizzazione delle nostre eccellenze per consolidare la crescita»

Torna a crescere l’export del made in Liguria, trainato soprattutto dalle performance del capoluogo. Dopo la brusca frenata di fine 2016, nel primo semestre dell’anno i settori ad alta concentrazione di micro imprese e il totale manifatturiero ligure registrano una decisa impennata: secondo gli ultimi dati Istat diffusi dall’Ufficio studi Confartigianato, le esportazioni del manifatturiero ligure nel suo complesso aumentano del 20,2%, mentre nei settori ad alta concentrazione di microimprese, in cui l'export vale ben 509,3 milioni di euro, l’aumento è del 9,6%, il settimo migliore d’Italia: la media nazionale si attesta, rispettivamente, del 7,9% e del 5,6%.

Partendo dall'alimentare, il settore con il peso maggiore tra tutti quelli che contano un'alta presenza di microimprese (incide per il 38,8%), l'aumento in questi primi sei mesi è stato del 12,6%. La lavorazione dei metalli, al secondo posto con un'incidenza sul manifatturiero del 28,2%, è rimasta piuttosto stabile con un +0,4%. Gli altri settori: bene i mobili (+97,4%), il tessile (+63,8%), il legno (+51,8%), così come la lavorazione della pelle (+26,4%) e l'abbigliamento (+5,3%). In calo invece il gruppo delle altre manifatture, -9,5%, nel quale sono comprese, tra le principali, le attività di occhialeria, gioielleria e oreficeria, bigiotteria, strumenti musicali, giocattoli, protesi, cancelleria e articoli sportivi.

«Dopo un 2016 decisamente poco brillante guardiamo con ottimismo la ripresa delle esportazioni in questo primo semestre - commenta Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria – anche se constatiamo una situazione di alti e bassi sui vari territori provinciali. Un motivo in più per proseguire il percorso di rilancio e promozione del nostro made in Liguria sui mercati esteri, facendo sistema per valorizzare le nostre eccellenze con azioni a misura di micro impresa».

Come detto, i valori dell'export si fanno più frastagliati a livello provinciale: è il caso, per esempio, dell'alimentare a Savona e a Imperia, un segmento che, tra l'altro, ha il peso maggiore nelle rispettive economie territoriali. Il capoluogo ligure registra 340 milioni di euro di esportazioni nei settori ad alta concentrazione di micro e piccole imprese, con un aumento del 34,4% nei primi sei mesi dell'anno (a fronte di una crescita complessiva dell'export manifatturiero del 33,7%). Trend positivo che tocca tutti i settori tranne altre manifatture (-10,7%) e abbigliamento (-1,5%): molto positive la lavorazione di metallo e i mobili (entrambe a +143%), impennata anche della manifattura del legno (+116,7%). Positivi anche gli andamenti dell'alimentare (+25,6%), del tessile (+68,3%) e della pelle (+24,5%). Nel complesso è in crescita anche la curva dell'export nell'imperiese (che aumenta dell'1,8% per i settori ad alta concentrazione di microimprese, valore 74 milioni di euro, mentre retrocede del 2,2% nel manifatturiero totale). Se da un lato aumentano abbigliamento (+101%), lavorazione della pelle (72,3%), tessile (+15,8%), legno e mobili (entrambi +29%), pesa il -0,9% dell'alimentare (che incide per ben il 70% tra tutti i settori ad alta concentrazione di piccole imprese). In calo anche la lavorazione del metallo (-2%) e le altre manifatture (addirittura -20,7%).

Negative La Spezia (71 milioni il valore dell'export) e Savona (25,2 milioni). Nello spezzino l'export del manifatturiero totale diminuisce del 9% nel primo semestre dell'anno, mentre quello dei settori ad alta concentrazione di microimprese addirittura del 37,1%. Pesa soprattutto il -44,4% della lavorazione dei metalli che da sola vale il 74,8% del manifatturiero spezzino. Diminuisce anche lavorazione del legno (-29,9%), l'abbigliamento (-18,9%), l'alimentare (-8,6%). In crescita il tessile (+23,2%), la pelle (+33,2%), i mobili (+3,6%) e le altre manifatture (+92%). Anche nel savonese la situazione non è particolarmente positiva: le esportazioni nei settori ad alta presenza di microimprese perdono il 6,3%, al contrario il manifatturiero nel suo complesso cresce del 2,7%. Colpisce il forte calo del settore alimentare (da solo pesa per oltre il 58%), il cui export chiude il semestre con un -10,6%. Male anche lavorazione del legno (-26,7%) e dei metalli (-19,4%). In aumento invece le esportazioni degli altri settori: tessile (quasi +700%), abbigliamento (+69,5%), mobili (+91,4%) e pelle (+18,7%). Invariate le altre manifatture.

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